Dispositivi indossabili nella sanità connessa
I dispositivi indossabili rappresentano oggi uno degli strumenti più potenti per la prevenzione e la gestione delle patologie, sia acute che croniche. Non si tratta più solo di semplici fitness tracker, ma di veri e propri strumenti clinici in grado di monitorare parametri vitali in tempo reale e di trasmettere dati ai professionisti sanitari per una valutazione tempestiva e personalizzata.
Tra i dispositivi più diffusi e conosciuti troviamo:
- smartwatch medicali
- anelli intelligenti
- cerotti smart
- dispositivi per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM)
Questi strumenti sono in grado di rilevare dati come frequenza cardiaca, pressione arteriosa, saturazione dell’ossigeno, temperatura corporea, attività fisica e qualità del sonno.
I cerotti intelligenti, ad esempio, rappresentano una delle innovazioni più promettenti: piccoli, discreti e dotati di sensori multimodali, permettono il monitoraggio continuo di parametri come aritmie, respirazione, temperatura e umidità della pelle, inviando i dati in tempo reale allo smartphone tramite Bluetooth. L’accuratezza di questi dispositivi ha superato l’80% nella previsione di sintomi critici, grazie anche all’integrazione di algoritmi di intelligenza artificiale, capaci di analizzare grandi quantità di dati e anticipare eventi avversi.
L’uso diffuso dei dispositivi indossabili consente ai pazienti di essere costantemente monitorati, riducendo la necessità di visite ambulatoriali frequenti e offrendo una maggiore tranquillità, soprattutto per chi vive con patologie croniche come diabete, scompenso cardiaco o epilessia. Dal punto di vista clinico, questi strumenti forniscono ai medici un quadro più completo e dinamico della salute del paziente, migliorando la precisione diagnostica e la personalizzazione delle terapie.
Monitoraggio remoto dei pazienti: la sanità oltre le mura dell’ospedale
Il monitoraggio remoto dei pazienti (Remote Patient Monitoring, RPM) è diventato uno dei cardini della sanità digitale, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19 che ha accelerato l’adozione di soluzioni di telemedicina e di assistenza a distanza.Grazie a una rete di dispositivi connessi (IoT) e a una connettività sempre più stabile e diffusa, è possibile monitorare a distanza parametri vitali e condizioni cliniche di pazienti affetti da malattie croniche, anziani fragili o persone in fase di recupero post-operatorio.
I dati raccolti vengono trasmessi ed elaborati in tempo reale attraverso piattaforme cloud, dove algoritmi predittivi individuano tendenze e correlazioni, fornendo al personale sanitario informazioni già rielaborate, utili per prendere decisioni rapide e informate.
In Italia, progetti pilota come quelli avviati in Emilia-Romagna hanno dimostrato l’efficacia del monitoraggio remoto nel ridurre i ricoveri ospedalieri, migliorare l’aderenza terapeutica e aumentare la soddisfazione sia dei pazienti che degli operatori sanitari.
I pazienti coinvolti hanno espresso la volontà di continuare a utilizzare questi servizi anche dopo la fase di sperimentazione, evidenziando numerosi benefici, tra cui:
- Migliore gestione delle patologie croniche e riduzione delle emergenze
- Diagnosi precoce di complicanze grazie all’analisi predittiva dei dati
- Riduzione delle visite in presenza e dei costi sanitari
- Maggiore empowerment del paziente, che ha accesso diretto ai propri dati e può partecipare attivamente al percorso di cura
L’adozione della telemedicina e del monitoraggio remoto è inoltre favorita dalla recente istituzione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina, che punta a garantire standard comuni, interoperabilità e protezione dei dati su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di assistere centinaia di migliaia di pazienti entro la fine del 2025.
Sfide e prospettive future
Nonostante i numerosi vantaggi, la sanità connessa deve affrontare alcune sfide cruciali per una piena integrazione e diffusione su larga scala.
La digitalizzazione del sistema sanitario italiano procede a ritmo variabile, rallentata da differenze infrastrutturali e culturali tra regioni.La protezione dei dati sanitari è una delle principali preoccupazioni: l’accesso non autorizzato, il phishing e gli attacchi ransomware rappresentano rischi concreti che possono minare la fiducia dei pazienti e la reputazione delle strutture. L’adozione di tecnologie come la blockchain e la definizione di standard nazionali ed europei sono fondamentali per garantire la sicurezza e la trasparenza nella gestione delle informazioni cliniche.
Un altro ostacolo è rappresentato dalle disuguaglianze nell’accesso alle tecnologie digital, soprattutto tra anziani, persone con basso reddito e residenti in aree rurali. Secondo i dati ISTAT, circa il 40% degli over 65 in Italia non utilizza Internet, con il rischio di esclusione dai benefici della trasformazione digitale. È quindi necessario investire in alfabetizzazione digitale, infrastrutture e politiche di inclusione, anche sfruttando i fondi previsti dal PNRR per modernizzare l’assistenza sanitaria in modo equo e sostenibile.
La frammentazione dei sistemi e la mancanza di interoperabilità tra dispositivi, piattaforme e cartelle cliniche elettroniche possono limitare l’efficacia della sanità connessa. Progetti come la Piattaforma Nazionale di Telemedicina e l’European Health Data Space puntano a superare questi limiti, favorendo la standardizzazione e la condivisione sicura dei dati.
Conclusioni: verso una sanità meno umana e più personale?
La sanità connessa, grazie a dispositivi indossabili, monitoraggio remoto e gestione intelligente delle strutture, sta trasformando profondamente il modo in cui vengono erogate le cure. I vantaggi sono evidenti: diagnosi più precoci, terapie personalizzate, riduzione dei ricoveri e dei costi, maggiore soddisfazione di pazienti e operatori sanitari. Tuttavia, per realizzare appieno il potenziale di questa rivoluzione, sarà fondamentale affrontare le sfide legate all’informatizzazione, all’affidabilità degli algoritmi coinvolti e all'interoperabilità tra uomo e macchina, mantenendo sempre al centro la persona e i suoi bisogni.
Il futuro della sanità sarà sempre più digitale, ma anche più umano: una medicina di precisione, predittiva e partecipativa, in cui la tecnologia diventa alleato della salute e del benessere, rafforzando il servizio sanitario in tutte le sue componenti.