Sanità connessa: dispositivi indossabili, monitoraggio remoto dei pazienti e gestione intelligente delle strutture sanitarie

Sanità connessa: dispositivi indossabili, monitoraggio remoto dei pazienti e gestione intelligente delle strutture sanitarie

24.6.2025

Di Alessandro Mirani

Se hai mai visto un episodio di “Black Mirror” o sei cresciuto sognando i gadget futuristici di “Star Trek”, probabilmente hai immaginato un mondo in cui la tecnologia si prende cura della nostra salute in modo quasi istantaneo. La realtà di oggi non dista così tanto dalla fantascienza. Anche se non possiamo viaggiare nello spazio, abbiamo già a disposizione tecnologie sbalorditive. Forse oggi nessuno si sorprende più nel sentir parlare di smartwatch in grado di rilevare un’aritmia prima ancora che il proprietario se ne accorga; ma non tutti sapranno che esistono anche cerotti intelligenti capaci di accelerare la guarigione e ospedali che si gestiscono autonomamente grazie all'intelligenza artificiale. Grazie a sensori e intelligenza artificiale, la sanità connessa sta trasformando la nostra vita quotidiana, portando la medicina direttamente al polso, in casa e persino nel palmo della mano — proprio come nei nostri film e serie TV preferiti.

Dispositivi indossabili nella sanità connessa

I dispositivi indossabili rappresentano oggi uno degli strumenti più potenti per la prevenzione e la gestione delle patologie, sia acute che croniche. Non si tratta più solo di semplici fitness tracker, ma di veri e propri strumenti clinici in grado di monitorare parametri vitali in tempo reale e di trasmettere dati ai professionisti sanitari per una valutazione tempestiva e personalizzata.

Tra i dispositivi più diffusi e conosciuti troviamo:

  • smartwatch medicali
  • anelli intelligenti
  • cerotti smart 
  • dispositivi per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM)

Questi strumenti sono in grado di rilevare dati come frequenza cardiaca, pressione arteriosa, saturazione dell’ossigeno, temperatura corporea, attività fisica e qualità del sonno.

I cerotti intelligenti, ad esempio, rappresentano una delle innovazioni più promettenti: piccoli, discreti e dotati di sensori multimodali, permettono il monitoraggio continuo di parametri come aritmie, respirazione, temperatura e umidità della pelle, inviando i dati in tempo reale allo smartphone tramite Bluetooth. L’accuratezza di questi dispositivi ha superato l’80% nella previsione di sintomi critici, grazie anche all’integrazione di algoritmi di intelligenza artificiale, capaci di analizzare grandi quantità di dati e anticipare eventi avversi.

L’uso diffuso dei dispositivi indossabili consente ai pazienti di essere costantemente monitorati, riducendo la necessità di visite ambulatoriali frequenti e offrendo una maggiore tranquillità, soprattutto per chi vive con patologie croniche come diabete, scompenso cardiaco o epilessia. Dal punto di vista clinico, questi strumenti forniscono ai medici un quadro più completo e dinamico della salute del paziente, migliorando la precisione diagnostica e la personalizzazione delle terapie.

Monitoraggio remoto dei pazienti: la sanità oltre le mura dell’ospedale

Il monitoraggio remoto dei pazienti (Remote Patient Monitoring, RPM) è diventato uno dei cardini della sanità digitale, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19 che ha accelerato l’adozione di soluzioni di telemedicina e di assistenza a distanza.Grazie a una rete di dispositivi connessi (IoT) e a una connettività sempre più stabile e diffusa, è possibile monitorare a distanza parametri vitali e condizioni cliniche di pazienti affetti da malattie croniche, anziani fragili o persone in fase di recupero post-operatorio. 

I dati raccolti vengono trasmessi ed elaborati in tempo reale attraverso piattaforme cloud, dove algoritmi predittivi individuano tendenze e correlazioni, fornendo al personale sanitario informazioni già rielaborate, utili per prendere decisioni rapide e informate.

In Italia, progetti pilota come quelli avviati in Emilia-Romagna hanno dimostrato l’efficacia del monitoraggio remoto nel ridurre i ricoveri ospedalieri, migliorare l’aderenza terapeutica e aumentare la soddisfazione sia dei pazienti che degli operatori sanitari.

I pazienti coinvolti hanno espresso la volontà di continuare a utilizzare questi servizi anche dopo la fase di sperimentazione, evidenziando numerosi benefici, tra cui:

  • Migliore gestione delle patologie croniche e riduzione delle emergenze
  • Diagnosi precoce di complicanze grazie all’analisi predittiva dei dati
  • Riduzione delle visite in presenza e dei costi sanitari
  • Maggiore empowerment del paziente, che ha accesso diretto ai propri dati e può partecipare attivamente al percorso di cura

L’adozione della telemedicina e del monitoraggio remoto è inoltre favorita dalla recente istituzione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina, che punta a garantire standard comuni, interoperabilità e protezione dei dati su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di assistere centinaia di migliaia di pazienti entro la fine del 2025.

Sfide e prospettive future

Nonostante i numerosi vantaggi, la sanità connessa deve affrontare alcune sfide cruciali per una piena integrazione e diffusione su larga scala.

La digitalizzazione del sistema sanitario italiano procede a ritmo variabile, rallentata da differenze infrastrutturali e culturali tra regioni.La protezione dei dati sanitari è una delle principali preoccupazioni: l’accesso non autorizzato, il phishing e gli attacchi ransomware rappresentano rischi concreti che possono minare la fiducia dei pazienti e la reputazione delle strutture. L’adozione di tecnologie come la blockchain e la definizione di standard nazionali ed europei sono fondamentali per garantire la sicurezza e la trasparenza nella gestione delle informazioni cliniche.

Un altro ostacolo è rappresentato dalle disuguaglianze nell’accesso alle tecnologie digital, soprattutto tra anziani, persone con basso reddito e residenti in aree rurali. Secondo i dati ISTAT, circa il 40% degli over 65 in Italia non utilizza Internet, con il rischio di esclusione dai benefici della trasformazione digitale. È quindi necessario investire in alfabetizzazione digitale, infrastrutture e politiche di inclusione, anche sfruttando i fondi previsti dal PNRR per modernizzare l’assistenza sanitaria in modo equo e sostenibile.

La frammentazione dei sistemi e la mancanza di interoperabilità tra dispositivi, piattaforme e cartelle cliniche elettroniche possono limitare l’efficacia della sanità connessa. Progetti come la Piattaforma Nazionale di Telemedicina e l’European Health Data Space puntano a superare questi limiti, favorendo la standardizzazione e la condivisione sicura dei dati.

Conclusioni: verso una sanità meno umana e più personale?

La sanità connessa, grazie a dispositivi indossabili, monitoraggio remoto e gestione intelligente delle strutture, sta trasformando profondamente il modo in cui vengono erogate le cure. I vantaggi sono evidenti: diagnosi più precoci, terapie personalizzate, riduzione dei ricoveri e dei costi, maggiore soddisfazione di pazienti e operatori sanitari. Tuttavia, per realizzare appieno il potenziale di questa rivoluzione, sarà fondamentale affrontare le sfide legate all’informatizzazione, all’affidabilità degli algoritmi coinvolti e all'interoperabilità tra uomo e macchina, mantenendo sempre al centro la persona e i suoi bisogni.

Il futuro della sanità sarà sempre più digitale, ma anche più umano: una medicina di precisione, predittiva e partecipativa, in cui la tecnologia diventa alleato della salute e del benessere, rafforzando il servizio sanitario in tutte le sue componenti.

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